Grazie a due amici meravigliosi, Sara ed Alessio di Trapani Emotions, che ci hanno organizzato tutto dai transfers all’ accommodation, siamo volati per 4 giorni alla scoperta della Sicilia, o meglio di una parte di essa: Palermo, Trapani e Favignana.
PALERMO
Ma parliamo ora di Palermo, una città che ci ha colpiti, una città maestosa e ricca di storia. Il nostro tour è iniziato da Piazza Castelnuovo, una piazza dominata dal verde e da una serie innumerevole di palme. Non so a voi ma a noi le palme fanno sentire immediatamente in vacanza.
Da piazza Castelnuovo siamo andati in una delle vie principali della città, passeggiando senza una vera meta siamo arrivati al Teatro Massimo, il più grande edificio teatrale lirico d’Italia. Uno dei simboli di Palermo, davvero molto bello.
Dopo qualche foto artistica, abbiamo proseguito la nostra passeggiata per le vie centrali, sono bastati pochi passi per rimanere colpiti da un altro capolavoro: Fontana Pretoria, un’imponente fontana di pietra chiara composta da due anelli concentrici. La storia narra che questa fontana, in origine fu commissionata da un privato, quando poi decisero di posizionarla in questa piazza dovettero demolire molte abitazioni e in questa manovra alcune statue si rovinarono.
DUE BRONZI SORRIDENTI CON ALLE SPALLE DUE TURISTI
Stanchi di proseguire per un’unica via, seppur molto bella, abbiamo deciso di infilarci in una vietta parallela, e il caso ci ha portati proprio alle porte del quartiere Ballarò. Al di là di ogni logica aspettativa non abbiamo percepito nessuna sensazione di disagio, certo, abbiamo immediatamente capito di essere finiti in una zona diversa dal resto della città, ma è bastato entrare nel vortice del mercato per farci dimenticare dove fossimo. Bancarelle piene di frutta dalle dimensioni doppie rispetto a quelle normali, zucchine cosi lunghe da sembrare mazze da baseball, peperoncini rosso fuoco e pesce fresco che più fresco non si può. La qualità e il buon prezzo della merce vengono continuamente urlati in dialetto o cantilenati per la via, con rime spesso ironiche.
Se siete in zona il consiglio è di fare un giretto in questo mercato, fatto di profumi, sapori, odori e urla, perché in fondo non si tratta di un semplice mercato, qui si respira la vera tradizione siciliana.
Dopo il quartiere Ballarò ci siamo diretti verso la Cattedrale di Palermo, un’imponente struttura suddivisa in 3 navate, principale luogo di culto della città. E anche in questo caso l’occhio è stato pienamente appagato.
Ma non tergiversiamo… siamo in Sicilia, è ora di pranzo, possiamo dare il via alle danze e sfondarci di cibo come se non ci fosse un domani…quindi senza girarci troppo intorno siamo andati ad assaggiare la migliore ARANCINA della città.
(N.B. quello che noi comunemente chiamiamo arancino, a Palermo si chiama arancina. Negli anni si è sviluppata una vera e propria diatriba tra Palermo, che lo esprime al femminile prendendo spunto dal frutto a cui è ispirato, cioè l’arancia che per sua natura ha origini femminili, e Catania che invece usa esprimerlo al maschile. Sulla faccenda si è espressa anche l’Accademia della Crusca che ha considerato valide entrambe le terminologie, specificando che arancina è l’espressione più corretta mentre arancino è la forma più dialettale del termine).
Il nostro antipasto è stata quindi una bomba di 350gr di riso giallo con un morbidissimo ripieno di ragù… avete presente quanti sono 350gr di riso? beh sono tanti, tantissimi… ma che libidine!!!
350 grammi di BONTA’
TIPICA FACCIA DI CHI SA A COSA VA INCONTRO!
Da bravi nordici abbiamo pensato che quello potesse essere il giusto pranzo per proseguire la nostra gita siciliana… e invece no, stolti, quello era solo l’antipasto, in fondo siamo in Sicilia.. Siamo arrivati in un ristorantino molto carino a Sferracavallo, un paesino poco distante da Palermo… ci siamo seduti e senza nemmeno ordinare qualcosa ci sono arrivate, in serie, una quantità non indifferente di portate, dal fritto misto, ai calameretti alla catalana fino a un gustosissimo sautè di cozze (Per dirne alcuni).
Abbiamo iniziato a sentire la pancia piena, ma il cibo era così buono che fermarsi non è stata impresa facile. Sazi come a un cenone di Natale ci siamo guardati belli contenti e soddisfatti, ma ancora ingari che quelle 18 portate fossero solo l’antipasto, mancavano ancora diversi primi e altrettanti secondi, per non parlare del dolce, dell’amaro e del caffè… risultato??
Il pomeriggio si è concluso a casa con una dormita di 3 ore. Ci siamo svegliati dal nostro pisolino pomeridiano giusto in tempo per la cena, che chiaramente ha preso la stessa piega del pranzo. Non ve lo stiamo a spiegare ma lo potete immaginare. Presi dai racconti sui pasti libidinosi del primo giorno, ci siamo dimenticati di specificare che da Sferracavallo, dopo pranzo, ci siamo spostati a Trapani, che è stata la nostra base per i giorni seguenti.
TRAPANI
Il secondo giorno è iniziato nel migliore dei modi, con una gita alle saline. Siamo passati prima dalle saline di Calcara che si trovano a Nubia ( famosa anche per il suo aglio rosso), dov’è possibile vedere i fenicotteri rosa, per poi arrivare alle saline Culcasi che sono quelle che più ci hanno colpiti.
Non solo per il proprietario che ci ha spiegato la storia di questo luogo in modo così ironico e simpatico che non è stato possibile annoiarsi ma anche per il panorama che è davvero suggestivo.
A dominare il paesaggio qui c’è un mulino antico stupendo circondato da imponenti montagne di sale.
Una visita ne vale davvero la pena.
FANTASTICI RIFLESSI NELLE SALINE
ED ANCHE QUA SIAMO CIRCONDATI DA FLAMINGOOOOO ADESSO LI BUCO TUTTI !!! HAHAHA
Il pomeriggio l’ abbiamo dedicato alla visita della città di Trapani.
Il colpo d’occhio rispetto a Palermo è stato decisamente diverso. Trapani ha un centro storico pazzesco, domina senza dubbio la tradizione, si respira quel sapore del borgo antico circondato da grosse mura, è come essere catapultati indietro nel tempo. L’idea che ci siamo fatti di Trapani, è quella di una città tranquilla, per niente caotica, una città portuale, ma non appena si esce dalle mura del centro la sensazione è quella di una città quasi fatiscente, poco curata e lasciata un pò andare, un vero peccato perché le potenzialità sono davvero altissime.
TORRE DI LIGNY
Dopo aver girato in lungo ed in largo tutta la città, avendo bisogno di rinfrescarci un po’, ed essendo nella terra dove la granita è diversa e anche più buona rispetto tutte le altri parti d’ Italia, secondo voi, abbiamo potuto rinunciare l’ assaggio della più buona della città?!
OVVIAMENTE NO !!